Euro+Med Agri-Social Forum: il viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero primo firmatario
La risposta all’appello lanciato dalla Cia e dal Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale per promuovere la costituzione di questa “rete” euro-mediterranea: sarà uno strumento per favorire la coesione e nuove politiche di inclusione tra gli Stati, attraverso il confronto sulle esperienze e sulle diverse culture.
Accrescere la diffusione dell’agricoltura sociale in tutti i Paesi europei a partire da quelli dell’Area mediterranea, oggi luogo di cambiamenti epocali, contribuendo a ridefinire politiche di inclusione e di cooperazione tra gli Stati, anche sul fronte dell’immigrazione. Questo l’obiettivo del “Euro+Med Agri-Social Forum”, per la cui costituzione la Cia-Agricoltori Italiani e il Forum Nazionale Agricoltura Sociale si stanno impegnando fin da subito. La prima occasione, per avviare un percorso di condivisione e confronto a livello istituzionale, è l’incontro che si è tenuto ieri sera a Roma, nella sede nazionale della Confederazione, con il viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero, l’On. Massimo Fiorio della Commissione Agricoltura della Camera e Marco Berardo Di Stefano della Rete delle Fattorie Sociali. Presenti numerosi rappresentanti della cooperazione sociale, delle organizzazioni agricole e del mondo del no-profit.
“Sono lieto per la nascita di questa rete inclusiva capace di affrontare in maniera sinergica le opportunità e le problematiche del Mediterraneo. La nostra civiltà è nata dalla terra e nel ritorno alla terra può trovare la risposta comunitaria ad una nuova stagione dei diritti per tutti i popoli del Mediterraneo”: così il viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero, primo firmatario della Carta dei Principi che guiderà il percorso.
“L’agricoltura sociale rappresenta un’esperienza concreta di welfare, prima di tutto nel nostro Paese -sottolinea la vicepresidente vicaria della Cia, Cinzia Pagni-. L’Italia oggi si colloca ai primi posti dello scenario europeo con oltre 1.000 progetti e pratiche di agricoltura sociale all’attivo, 4 mila addetti su tutto il territorio nazionale e un valore della produzione di 200 milioni di euro. Tantissime aziende associate alla Cia hanno già avviato e sperimentato questo nuovo modo di fare agricoltura, promuovendo l’offerta di servizi assistenziali e occupazionali a vantaggio di soggetti deboli (portatori di handicap, tossicodipendenti, detenuti, immigrati, anziani, bambini) e di aree fragili (montagne e centri isolati) in collaborazione con istituzioni pubbliche e con il vasto mondo del Terzo settore”.
“L’agricoltura sociale- rilancia la portavoce del Forum Nazionale Agricoltura Sociale Ilaria Signoriello- è un approccio win to win che in tutta Europa e nel mondo rappresenta uno straordinario processo di responsabilizzazione dei singoli e delle comunità. È una delle pratiche locali che maggiormente può contribuire al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili sanciti dall’Agenda 2030 e approvati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2015. Alla sostenibilità economica aggiunge la responsabilità verso l’ambiente e la comunità locale, il territorio e i suoi beni comuni, in un’ottica di un’economia sociale, solidale e responsabile, dove interesse privato e collettivo non si contrappongono, ma si coniugano in processi e modelli economici innovativi, dove l’economia e il settore primario tornano ad assolvere una funzione di servizio al benessere dell’intera comunità, partendo dai più deboli”.
E’ chiaro, quindi, che l’Italia può fare da apripista per la creazione di uno spazio più ampio per la promozione e la crescita del settore in Europa -sostengono in una nota congiunta la Cia e il Forum Nazionale Agricoltura Sociale-. La nascita di “Euro+Med Agri-Social Forum” è proprio finalizzata a creare uno spazio politico e culturale di discussione e di confronto a livello Ue e della sponda Sud del Mediterraneo, con tutti i soggetti e reti che si occupano di agricoltura sociale. In tal senso sono stati avviati contatti con varie realtà europee e del Mediterraneo che si occupano di agricoltura sociale, al fine di favorire lo scambio di conoscenze ed esperienze e sviluppare una comunicazione efficace nei confronti dei cittadini sui valori, sull’etica e sulle opportunità concrete di questo sistema di welfare innovativo. In questo senso, l’Agricoltura sociale rappresenta un’esperienza concreta, anche simbolica, capace di rilanciare il progetto di una Europa Unita, come auspicato dai padri fondatori e prefigurato nel Manifesto di Ventotene.