Mozambico: non voltiamo le spalle ad una catastrofe senza fine
Mozambico: un popolo stremato ai limiti della sopravvivenza a causa del ciclone Idai. Aiutateci ad aiutare.
Pubblichiamo il resoconto integrale arrivatoci da Giulio Borgnolo, referente ASeS sul territorio. Non voltiamo le spalle a chi ha perso tutto e ora deve affrontare i momenti peggiori. Come ASeS abbiamo subito attivato un C/C il cui ricavato sarà utilizzato per cercare di arginare gli aspetti peggiori della tragedia e dare risposte alle questioni più urgenti.
Grazie
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intestato a: Agricoltori Solidarietà e Sviluppo
Lettera di Giulio Borgnolo
“Il bilancio ufficiale delle vittime è salito il 26 marzo a 468 persone.
• Quasi 91.000 case sono state distrutte, danneggiate o allagate;
- Circa 900.000 dosi di vaccini per il colera per via orale sono in viaggio verso il Mozambico dalle scorte di emergenza globali.
• Circa 128.000 persone sono accolte in 154 siti in Sofala (più di 96.300 persone), Manica (più di 14.800 persone), Zambezia (9.600 persone); e Tete (6.800 persone) dal 26 marzo.
PANORAMICA DELLA SITUAZIONE
Il bilancio delle vittime ufficiali è salito di 21 persone a 468 morti a partire dal 26 marzo; con oltre 1.500 persone ferite, secondo
il governo, unica entitá autorizzata a comunicare queste informazioni. A partire dal 26 marzo, quasi 91.000 case sono state classificate come totalmente distrutte (50.619), parzialmente distrutte
(24.556) o allagate (15.784); un aumento di quasi 19.000 dal 25 marzo.
Le autorità hanno identificato oltre 7.400 persone vulnerabili nei siti di concentrazione.
Le acque di inondazione stanno cominciando a ritirarsi a ovest della città di Beira, tuttavia la situazione rimane critica nell’area di Mafambisse,
secondo il servizio di gestione delle emergenze di Copernicus. Il deflusso delle acque di inondazione, tuttavia, pone nuove
sfide, in quanto l’area che prima era sott’acqua è ora una grande palude fangosa.
Il rischio di malattie trasmesse dall’acqua e da vettori é molto elevato e ci sono segnalazioni di casi in aumento di diarrea,oltre a segnalazioni di malaria.
Isolato il colera in almeno cinque casi di diarrea in ricoverati a Beira.
I proprietari di ristoranti e hotel distrutti nella città di Beira hanno chiesto esenzioni fiscali per aumentare la ripresa economica. Diversi alberghi, specialmente lungo la spiaggia, sono stati distrutti. I proprietari stanno cercando di riparare il danno e ripristinare il servizio, ma le perdite incalcolabili e la mancanza di elettricità stanno rendendo la ricostruzione troppo costosa.
L’aeroporto di Beira è pienamente operativo, ma si registra carenza di carburante, scarsa capacità di rifornimento di carburante e pertanto persistono la mancanza di capacità di carico e movimentazione
delle forniture. L’aeroporto di Chimoio ha operazioni limitate durante la notte a causa della mancanza di un sistema di illuminazione funzionale.
L’OMS si prepara a sostenere la cura alle malattie diarroiche e 900.000 dosi di vaccini per il colera per via orale (OCV) sono
in viaggio verso il Mozambico dalle scorte di emergenza globali. L’OMS fornisce anche esperienza per istituire tre
centri di cura per il colera, tra cui un centro di trattamento da 80 letti a Beira. L’organizzazione sta mettendo in piedi una squadra con
personale di tutta l’Organizzazione – esperto in logistica, epidemiologia, prevenzione e risposta alle infezioni per garantire
la risposta del Mozambico.
Sono stati identificati quattro luoghi per l’istituzione di spazi di apprendimento temporaneo e di spazi adatti ai bambini.
I partner di protezione stanno lavorando per prevenire la violenza di genere e fornire servizi agli sfollati che si rifugiano in aree affollate con scarsa illuminazione e poca o nessuna separazione tra famiglie.
Le forniture di ripari e gli articoli non alimentari continuano a essere distribuiti. Nel distretto di Buzi sono stati distribuiti 470 kit familiari
Ogni kit famiglia include due coperte, un secchio da 10 litri, due zanzariere, una tanica, otto cucchiai e due involucri di stoffa e compresse per purificazione dell’acqua.
Si comincia a trasmettere messaggi chiave attraverso la radio locale in portoghese e lingua locale sui principi di prevenzione dello sfruttamento e abuso sessuale (PSEA) in modo da garantire una comunicazione efficace con le comunità interessate. Tutti i materiali sulle malattie sessualmente trasmesse, su prevenzione di l’HIV / AIDS, colera e malaria sono stati tradotti nelle lingue locali di Sena e Ndau e trasmessi via radio. Il Dipartimento di Comunicazione Sociale, in collaborazione con i partner, ha procurato un veicolo su cui è stato montato un megafono per ulteriore trasmissione di messaggi alle comunità che non hanno accesso alla radio o alla ricezione del telefono. Un gruppo di 12 membri di una radio locale sosterrà anche la diffusione dei messaggi mediante visite porta a porta.
Infine una equipe di 42 persone (medici, esperti della protezione civile) giunta dall’Italia ha montato a Beira un ospedale da campo nei pressi dell’ospedale Centrale, che a causa dei danni subiti é ancora non operativo”