Ogni adolescente ha una storia diversa e ognuno è speciale Sostiene il nostro cooperante in Paraguay Luigi Esposito
Il nostro progetto realizzato in collaborazione con il Ministero dell’infanzia, ha come sede operativa il Centro Pedagogico Ñemity: una grande e allegra “casa-famiglia” che ha sempre voluto distinguersi dalle caratteristiche dei collegi dove i bambini e i ragazzi vengono rinchiusi e dove le regole sono severissime. Il Centro in questione è un luogo di sicurezza per gli ospiti dove possono dormire, studiare, divertirsi sempre però lontani dalla droga. E’ in questa oasi sociale che si cerca di dal loro gli strumenti per poter tornare alle loro case, con una rinnovata consapevolezza ed esperienza affinché possano dare un nuovo corso alle loro vite.
“L’obiettivo primario è che i giovani che vengono seguiti si allontanino e abbandonino definitivamente la “vita in strada”. Un percorso non facile perché ogni ragazzo ha una sua storia, ha un suo percorso e perché non esiste una ricetta unica, così come non esiste un tempo prestabilito per il loro recupero. Poiché quasi tutti gli ospiti del Centro hanno abbandonato le loro famiglie di origine, uno degli obiettivi principali è quello di trovare un familiare che possa essere un legame positivo per il ragazzo, una persona che lo segua e se ne prenda cura. In tutto questo processo si è inserito anche il progetto di ASeS “Costruiamo un futuro dignitoso” dove, attraverso attività di agricoltura sociale, l’orticoltura e l’allevamento di animali di piccola taglia, i ragazzi e le ragazze ospitati nel Centro possono impegnare il loro tempo imparando semplici tecniche agricole che saranno fondamentali per un futuro inserimento nel mondo del lavoro. L’idea è infatti quella di insegare loro un mestiere che dia loro dignità, sicurezza economica e reinserimento sociale”.
“All’inizio di questo percorso tutto mi sembrava un grande gioco” afferma Nicola (nome di fantasia) un 15enne ospite da diversi anni del Centro Ñemity – ma piano piano ho iniziato ad interessarmi alle attività necessarie che servono per prendersi cura dell’orto che qui abbiamo. Ho imparato le tecniche di manutenzione, la ripulitura dalle erbacce, come si piantano le carote, l’insalata e i pomodori. La cosa più bella ed emozionate – racconta – è poter mangiare le verdure che proprio noi abbiamo coltivato, annaffiato e visto crescere. Con l’aiuto degli educatori del Centro mi sono preparato per sostenere l’esame di ammissione a una scuola agricola e sono stato promosso. Ora -conclude- la speranza è di diventare un giorno un tecnico in agricoltura come Rolando, il giovane agronomo che segue e coordina il progetto di ASeS”