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Dal sogno alla realtà: il tirocinio di Pierluigi Adriani con Ases in Mozambico

Come sempre, ci piace condividere con voi le esperienze di chi visita i luoghi in cui abbiamo progetti in corso, per offrire uno sguardo autentico e personale sulle realtà che viviamo ogni giorno attraverso il nostro lavoro. In questa testimonianza, Pierluigi Adriani, giovane napoletano di 25 anni, racconta la sua esperienza in Mozambico, vissuta al fianco di Daniele Gallo, rappresentante paese di Ases.

Dopo anni di grande interesse e passione per le relazioni internazionali e la cooperazione, Pierluigi ha deciso di intraprendere un viaggio diverso, non come semplice osservatore, ma immergendosi nella quotidianità di un paese complesso e ricco di contraddizioni. Un’esperienza che gli ha permesso di andare oltre le narrazioni stereotipate spesso associate all’Africa, mettendolo in contatto diretto con le dinamiche socio-culturali e politiche del Mozambico.


Dopo anni di studio di relazioni internazionali e cooperazione, desideravo da tempo visitare un paese del continente africano. Più che una semplice visita, però, ho sempre cercato un’esperienza che mi permettesse di vedere e vivere nel quotidiano una realtà diversa da quella a cui sono abituato. Quando Ases mi ha dato l’opportunità di svolgere un tirocinio di un paio di mesi in Mozambico, ho capito che era il momento giusto per dedicarmi a questo progetto. È stata una scelta che mi ha permesso non solo di scoprire il paese, ma anche di collaborare con un’organizzazione non governativa che opera sul territorio da anni.

Ciò che mi ha spinto è stata proprio l’occasione lavorativa, che consiglio vivamente a chiunque voglia acquisire una prospettiva autentica sulla realtà mozambicana. Questa esperienza mi ha offerto una visione impossibile da ottenere con un viaggio organizzato autonomamente. Approfondire le dinamiche di un paese di recente indipendenza dal colonialismo, classificato tra gli ultimi al mondo per indice di sviluppo umano ed economico, è una sfida che richiede di andare oltre gli stereotipi e le semplificazioni spesso associate all’Africa.

Durante il mio mese in Mozambico, mi sono trovato immerso in un periodo di forti tensioni politiche. Arrivato poco dopo le elezioni presidenziali, ho assistito all’evolversi di movimenti di protesta dal basso, sempre più numerosi e incisivi, che si contrapponevano al governo storico mozambicano. Questi eventi hanno reso la mia esperienza lontana dalle narrazioni stereotipate. La collaborazione con lavoratori italiani e personale locale è stata particolarmente preziosa: mi ha dato l’opportunità di confrontarmi direttamente con chi vive quotidianamente il Mozambico e di comprendere il loro punto di vista, arricchendo la mia visione del paese.

Ho avuto anche la fortuna di vivere nel centro di Maputo, un’esperienza che mi ha fatto assaporare la quotidianità della città. Dalle spese al mercato ai pranzi nei piccoli ristoranti locali, fino alle passeggiate sulla spiaggia raggiungibile con camioncini adibiti a mezzi pubblici, ho potuto immergermi nella vita di tutti i giorni. Tuttavia, queste settimane sono state segnate anche da scioperi sempre più partecipati, ai quali il governo ha risposto con chiusura e austerità .

Paradossalmente, proprio questo contesto di tensione ha reso la mia esperienza particolarmente significativa, dandomi una comprensione più profonda della realtà culturale, sociale e politica del paese. In questo contesto, ho potuto apprezzare ancora di più l’importanza dei progetti portati avanti da associazioni come Ases, il cui impegno è fondamentale per sostenere lo sviluppo locale e promuovere il dialogo.”

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