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Hogar Albino Luis: dove gli orti Inclusivi e la natura trasformano vite

Siamo giunti al termine del progetto “Hogar Albino Luis – Semillas de Inclusión”. Guardando indietro a tutti questi mesi, in cui ci siamo impegnati superando diverse difficoltà, possiamo dire con certezza di aver coltivato qualcosa di molto più prezioso che semplici ortaggi. Abbiamo contribuito a donare un senso di appartenenza e di valore a 25 giovani ragazzi con disabilità, che vivono all’Hogar e per i quali, purtroppo, trovare una famiglia disposta ad accoglierli è una possibilità remota.

Questo non è stato solo un progetto agricolo. Si è rivelata un’esperienza terapeutica pensata appositamente per loro, portando la natura direttamente nelle loro vite. L’orto si è trasformato in uno spazio interattivo dove le limitazioni fisiche o cognitive sono state affrontate, trasformandosi in opportunità di crescita personale.

Per favorire la partecipazione di tutti, abbiamo ideato e realizzato orti inclusivi, rialzati e facilmente accessibili, pensati per abbattere le barriere fisiche. Grazie al prezioso sostegno dei fondi dell’8×1000 della Tavola Valdese, ogni attività – dalla preparazione del terreno alla semina, dalla cura delle piante alla raccolta dei frutti – si è tradotta in un passo verso una maggiore autonomia e fiducia in sé stessi. Aver osservato una piantina crescere, averla accudita e averne infine raccolto i frutti ha rappresentato un traguardo concreto che ha infuso gioia e generato un senso di responsabilità. Abbiamo portato a termine questo progetto con la profonda consapevolezza di aver piantato semi importanti per il futuro. Grazie all’instancabile impegno di Rolando, Sebastiano e degli altri ragazzi che hanno collaborato, come hanno potuto, con noi, l’iniziativa è cresciuta a tal punto che lo spazio a nostra disposizione è divenuto insufficiente, un segno tangibile del successo che abbiamo conseguito.Ogni sfida è stata affrontata con un sorriso, perché la ricompensa più grande è stata quella di poter testimoniare la partecipazione e l’entusiasmo di questi ragazzi, veri protagonisti di questa meravigliosa storia di inclusione. Non abbiamo raccolto solo pomodori e insalata, ma anche sorrisi sinceri, autostima ritrovata e la ferma certezza che, anche dalle difficoltà più ardue, possono nascere frutti straordinari.

Ora, ci auguriamo di poter replicare al più presto questo modello virtuoso, portando l’agricoltura sociale inclusiva in altre realtà che ne potranno beneficiare. Vogliamo continuare a seminare speranza e a raccogliere i frutti di un futuro più giusto, più solidale e più inclusivo per tutti.

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