Solidarietà e Sostenibilità: l’agricoltura come “Ponte per un Mondo più Giusto”
Cristiano Fini, presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani
Visione e coraggio. Sono le parole che dedico a questo nuovo volume a cura di ASeS – Agricoltura Solidarietà e Sviluppo. A ispirarle due delle tappe più importanti del 2024 sia per la nostra Ong che per Cia-Agricoltori Italiani: rispettivamente la 79° Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York e il G7 Agricoltura nell’isola di Ortigia. Tra i temi sollevati, in serbo, da entrambi gli appuntamenti, il richiamo a un rinnovato senso di responsabilità rispetto al valore della solidarietà, fattore chiave per una nuova governance globale più inclusiva e al passo con le sfide del XXI Secolo.
Il mondo arranca di fronte a un anno di conflitto in Medio Oriente e un cessate il fuoco che non arriva, senza dimenticare le altre guerre aperte, ma anche riguardo agli obiettivi dell’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile. Sull’85% dei target prefissati pare non ci siano, purtroppo, segnali di progresso, anzi gli ultimi risalgono al 2019, evidenzia il Report dell’Organizzazione dal titolo “Europe sustainable development”, che avverte: la frammentazione sociale e la polarizzazione politica stanno crescendo ovunque. La realtà emersa dell’Europa racconta una diminuzione a 0,4 punti annuali del tasso di evoluzione verso gli impegni per la sostenibilità e la difficoltà oggettiva a raggiungere almeno un terzo dei goals entro il 2030. Non solo quelli più ambiziosi, ma anche quelli più necessari, tra tutti l’input per meno disuguaglianze: economica, sanitaria, sociale e di genere. A peggiorare ben 23 Paesi.
“La ricchezza, non dimentichiamolo, è una responsabilità” ci dice Papa Francesco, e per questo, aggiungo, la multilateralità ci sollecita come un dovere, delle grandi economie del mondo s’intende.
In questo senso, il tracciato possibile per Cia-Agricoltori Italiani e ASeS è, ovviamente, segnato dall’agricoltura e dalla cooperazione, in sinergia costante per politiche di sviluppo integrale che permettano a continenti come l’Africa, appunto, di uscire dalla sussistenza ed esprimere al meglio il suo notevole potenziale produttivo: è lì il 55% dei territori ancora non coltivati del pianeta e appartiene all’Africa il tasso di crescita annua, oltre il 2,3%, più alto del mondo. Eppure, resta il Paese più povero e malnutrito, per condizioni ambientali e insicurezza economica, instabilità politica e guerre civili, analfabetismo e disparità.
Spetta agli Stati più sviluppati l’onere di lavorare in squadra per contribuire alla crescita di comunità rurali in difficoltà, a salvaguardia di equità e giustizia sociale. Per questo, al Forum per l’Africa del G7 Agricoltura, Cia ha sottolineato il ruolo cruciale anche dell’Italia dei campi, tra Partenariato e Piano Mattei, sul fronte della cooperazione per la sicurezza alimentare e, soprattutto, nell’agevolare l’accesso a tecnologie, ricerca e formazione che possano permettere alle popolazioni locali di autodeterminarsi nel loro processo di sviluppo sostenibile. Ad ASeS-Cia il merito di essersi attivata da tempo, promuovendo la cultura del lavoro agricolo quale motore del progresso tra le comunità rurali in Marocco, Senegal, Costa d’Avorio, Etiopia e Mozambico, introducendo buone pratiche di filiere agroindustriali nella regione di Thiès, supportando le ristrutturazioni di una scuola elementare nel villaggio di Keur Yakham e affiancando tante famiglie, nella provincia di Maputo, per aiutare bambini con problemi di malnutriti e a rischio infezioni.
Interventi che risuonano con il messaggio “Leave no one behind” arrivato da oltreoceano dove ASeS-Cia non ha mancato di portare il suo contribuito, tra le Ong, al “Summit of the Future” nell’ambito dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, proprio nei giorni del G7 Agricoltura a presidenza italiana.
Stessa settimana, chilometri di distanza e due appuntamenti tasselli chiave di un puzzle globale per il disegno di un futuro per tutti più sostenibile, che è quanto chiede l’Onu di Guterres e quanto sottoscritto nel Patto tra i grandi del mondo al Vertice. Teniamo a mente l’impegno preso, per rafforzare soluzioni multilaterali che non lascino indietro nessuno e affrontino le emergenze, dal cambiamento climatico alla povertà, dalle crisi sanitarie alle disuguaglianze. Azioni più efficaci e interconnesse, capaci di più visione e coraggio.