I nostri sforzi per il Mozambico, un paese in ginocchio
Quando le calamità diventano uno stimolo in più per aiutare chi ha perso tutto
Mozambico. Nessuna tregua per questo Paese che dopo la prima devastante furia del ciclone Idai, che ha raggiunto il Mozambico il 14 marzo scorso causando più di 600 morti e circa 1,85 milioni di persone bisognose, ora deve fare i conti con la distruzione lasciata dal secondo ciclone chiamato Ciclone Kenneth.
Sarebbero 368.000 i bambini ora a rischio e bisognosi di sostegno umanitario. Ad aggravare la situazione il fatto che soprattutto nel Nord le comunità non sarebbero state preparate all’entità della tempesta, mettendo bambini e famiglie in una posizione molto vulnerabile. Oggi tutto il terreno è saturo di pioggia e i fiumi sono gonfi, l’emergenza rischia di peggiorare a causa delle inondazioni dei prossimi giorni. Secondo gli ultimi dati forniti dall’ Unicef più di 14.800 casi di malaria sono stati segnalati dal 27 marzo nella provincia di Sofala in Mozambico, una delle zone più colpite dal ciclone Idai.
In questo contesto di devastazione totale continua senza sosta l’attività di ASeS, sia nel portare avanti i progetti che erano già in corso sia nel aiutare, con ogni mezzo possibile, le popolazioni delle aree colpite..Torniamo a ricordarvi il numero del c/c aperto proprio per portare medicinali e beni di prima necessità a questo popolo che sta affrontando una calamità senza fine
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intestato a: Agricoltori Solidarietà e Sviluppo
La testimonianza del nostro collaboratore nella zona Elia Cammarata:
Alcune immagini della Fiera “Agricoltura e Salute”. Due giorni di cultura alimentare, corretti stili di vita e prevenzione. L’iniziativa ha visto la partecipazione delle autorità locali e di medici del luogo. Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di fornire nozioni di sicurezza alimentare, una sicurezza che nasce dalle buone pratiche agricole, dal rispetto del suolo e dall’utilizzo di mezzi di produzione sostenibili.Garantire a questo popolo tutte le informazioni necessarie per una sana e adeguata alimentazione significa dar loro delle opportunità sociali, di coesione familiare e, più in generale, di sviluppo.
La nostra missione non si ferma. Le difficoltà emerse dopo i cicloni sono solo uno stimolo per lavorare di più e con maggiore convinzione.