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Concluso con il Summit di Roma la presidenza Italiana del G20.

Il Civil 20, engagement Group del G20 di cui ASeS è componente del comitato promotore, ha diramato un comunicato a commento del testo finale dalla dichiarazione dei leaders del G20.

Il G20 non è il decisore del mondo, l’Agenda 2030 è ancora lontana

I livelli di povertà estrema e malnutrizione nel mondo hanno visto, negli ultimi 20 anni, una crescita mai
registrata prima. La pandemia continua ad accrescere le diseguaglianze a livello globale e sono evidenti i ritardi
nell’attuazione dell’Agenda 2030: lo ribadisce Civil 20 – rete della società civile internazionale, 560 organizzazioni
provenienti da più di 100 paesi, ricordando che il G20 dovrebbe mettere la sua forza economica e politica al
servizio delle Nazioni Unite.
Sulla salute globale Civil 20 sostiene la necessità di un impegno guidato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità,
che garantisca accesso universale a sistemi sanitari pubblici, disegnati con l’approccio One Health, che riconosce
l’interconnessione fra tutti gli esseri viventi sul pianeta e la conseguente tutela della biodiversità. Per uscire dalla
pandemia c’è una sola strada: il TRIPS waiver, che consentirebbe la produzione di vaccini per il Covid-19 in tutto
il mondo, senza pagare i diritti sui brevetti, come previsto dall’Organizzazione Mondiale del Commercio. Il G20
ancora una volta non ha trovato un accordo per sostenere questa proposta.
Il G20 produce l’80% delle emissioni globali di gas serra e per questo deve assumersi adeguate responsabilità
sul clima. Sono positive le dichiarazioni di volontà del G20 di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C migliorando
i piani nazionali di emissione, nonché di voler creare un percorso chiaro verso lo zero netto di emissioni entro il
2050, adeguando gli impegni finanziari ed eliminando il sostegno internazionale al carbone. Oltre agli impegni il
Civil 20 continua a chiedere passi che siano concreti verso la decarbonizzazione e l’eliminazione dei sussidi ai
combustibili fossili.
Per Civil 20 quelli che contano sono gli impegni che scaturiranno dalla COP26, tavolo a cui siedono tutti i paesi
dell’Onu, inclusi i più vulnerabili ed esposti al rischio climatico, e l’unico e preposto a decidere su come uscire
dalla crisi e superare l’ingiustizia climatica.
Non c’è cambiamento senza il protagonismo di donne e ragazze. Il G20 propone di mantenere negli anni
prossimi una Conferenza sull’empowerment femminile. Ma il C20 ha chiesto e chiede che nel G20 sia
istituzionalizzato un gruppo di lavoro ufficiale che abbia la sua conclusione in una ministeriale, come avviene
per altri ambiti.
Civil 20 ha già chiesto che nel G20 sia reso istituzionale il confronto sulle politiche di genere stabilendo un gruppo
di lavoro ufficiale che abbia la sua conclusione in una ministeriale, come avviene per altri ambiti.
Per assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni si deve intervenire sulla governance dei processi di
digitalizzazione per evitare pericolosi monopoli economici e politici, nonché abusi e spazi che alimentano odio e
violenza, favorendo invece l’accesso di donne e ragazze ai processi di digitalizzazione.
Il G20 non è il decisore del mondo, ma un forum che ha il dovere di sostenere politicamente e finanziariamente
le Nazioni Unite, il luogo del multilateralismo.
Per fare questo è fondamentale operare per favorire l’allargamento dello spazio fiscale nei Paesi a basso e medio
reddito, gravati dalle esigenze di spesa dovute alla pandemia. Sulla redistribuzione delle risorse provenienti
dall’emissione dei Diritti Speciali di Prelievo (SDR) del FMI, il G20 non ha trovato un accordo che è necessario per
rendere quell’emissione utile per i paesi a basso reddito. Una più robusta iniziativa sul debito e una riforma
ambiziosa del sistema di tassazione internazionale sono inoltre necessarie ed entrambe da disegnare nell’ambito
delle Nazioni Unite, dove i paesi fragili a basso e medio reddito hanno pieno diritto di partecipazione.
Imprescindibile infine garantire il rispetto dei diritti umani, dello stato di diritto e della libertà di espressione:
troppo spesso esponenti della società civile che sostengono i diritti umani sono vittime di violenze e di detenzioni
arbitrarie. A questo si aggiunge un preoccupante restringimento degli spazi di interlocuzione con la società civile
che il Civil 20 denuncia con grave preoccupazione.

Per leggere il documento finale https://civil-20.org/2021/wp-content/uploads/2021/10/C20-Final-Communique%CC%81-2021.pdf

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